Stando a quanto dichiarato dal Ministro Brunetta il CdM del 22 ottobre avrebbe dovuto "liberare Internet". Peccato che Maroni non abbia alcuna intenzione di abrogare il decreto Pisanu nè di dare riscontro alle diverse voci che negli ultimi tempi si sono levate in favore della cancellazione di una norma ormai non più sostenibile e dannosa. Nell'ordine del giorno del CdM di quattro giorni fa, però, non era presente alcun accenno all'abrogazione nè tantomeno alla modifica del testo del decreto. Maroni ha proposto una lieve rivisitazione alla legge che però non va a modificarne nè i contenuti, nè l'impostanzione restrittiva generale, nè garantisce libertà di accesso alla rete. La proposta Maroni avanza solo la caduta della necessità della verifica fisica dei documenti degli utenti perchè la procedura verrebbe invece svolta tramite la sim del cellulare e un sms. Il servizio non è assolutamente nuovo, in quanto già attivo alla Provincia di Roma e altrove e funziona solo con i cellulari italiani. Se siete turisti in visita nel nostro paese e avete bisogno di scaricare le mail sul vostro computer, iPhone, Blackberry, iPad o altro, non lo potrete comunque fare. Meglio di niente, si potrebbe dire come ha fatto per altro il Ministro Brambilla. Dal nulla a poco se non niente mi sento invece di dire. Il problema è che per Maroni, e in generale per la cultura di governo, internet rappresenta ancora una minaccia per la sicurezza nazionale e, seguendo questo assioma, l'accesso alla rete deve essere ancora limitato. Sto scrivendo questo post connesso alla rete wi-fi della mia università, il cui accesso è totalmente libero. Andrò a pranzo nel bar dall'altro lato della strada dal cui hot-spot scaricherò le mail sul Blackberry. Tutti i bar del quartiere hanno una loro rete wi-fi pubblica. Sono a Lugano, e l'Italia è a 20 km.
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