5.8.10

Michael Bloomberg, sindaco di New York, è intervenuto oggi difendendo l'iniziativa di costruire una moschea nei pressi di Ground Zero. Il discorso è molto bello. Bloomberg ha parlato da Lower Manhattan con la statua della libertà alle sue spalle, in un luogo simbolico per richiamare le origini multiculturali di New York e ribadire come la città sia la più libera al mondo, la più speciale, differente e per questo forte. La realizzazione della moschea sarebbe la vittoria dello spirito di NY. Il sindaco che va in Municipio in metropolitana nonostante sia il 17esimo uomo più ricco al mondo ha ricordato come la città sia stata costruita da immigrati (lui stesso è figlio di polacchi emigrati negli USA) e come chiunque, nato o giunto da poco a NY, sia a tutti gli effetti un newyorkese. Questo spirito di apertura è stato attaccato proprio dall'11/9 ed era, a detta di Bloomberg, l'obiettivo primario degli attentatori. Il progetto di realizzazione del centro islamico ha avuto approvazione da parte del comune e ha avuto Bloomberg stesso tra i suoi più accessi sostenitori:
Certamente è sensato chiedere ai gestori della moschea di mostrare una particolare sensibilità per situazione e, difatti, il loro piano sarà un tentativo di riuscire a oltrepassare le proprie mura per costruire una comunità interreligiosa. Facendo ciò, io spero che la moschea aiuti a unire ancora di più la nostra città e a ripudiare la falsa e ripugnante idea che gli attacchi dell’Undici Settembre corrispondano in qualche modo all’Islam. I mussulmani sono una parte della nostra città e del nostro Paese come le persone che professano qualunque fede, e sono i benvenuti nel farlo a Lower Manhattan. Difatti è lì che hanno pregato per la maggior parte dell’anno, come è loro diritto fare.
Tutto questo è molto americano, e molto newyorkese. E di buon senso, laico, progressista e futuribile. E a dirlo, per quanto eretico e imprevedibile, è un indipendente conservatore. Questo invece avviene a poco meno di un chilometro da dove io sto leggendo lo speech di Bloomberg. Eppure sta qui a due passi, in una via anonima all'ingresso di una città dell'avanzato Nord Italia. Ma sembra un altro mondo.
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4.8.10

Come ha fatto notare oggi Beppe Civati sul suo blog, il Ministero dei Beni Culturali si è superato. Il nuovo manifesto, realizzato per festeggiare l'ottimo risultato (+12,20%) in fatto di visitatori nei musei statali italiani, è davvero un masterpiece d'altri tempi. Al centro della locandina, attorniato da scritte in un font in stile paint, campeggia il Ritratto di personaggio maschile di Antonello da Messina. Peccato che il quadro sia conservato a Londra, alla National Gallery (il cui ingresso è peraltro gratuito). Sarebbe bastato andare sulla pagina italiana di Wikipedia dedicata al pittore siciliano qui sopra linkata (senza dover scomodare un simposio di critici d'arte, ricordati invece dallo stesso manifesto) per scoprire la collocazione dell'opera, visibile sulla destra con tanto di dicitura "Londra, National Gallery". Non bastasse questo, la tragedia diventa farsa quando si scopre che l'immagine, per apparire più convintamente sorridente per il risultato che è preposta a festeggiare, è stata grossolanamente ritoccata con photoshop, come fanno notare qui. Il sorriso sul manifesto del Ministero risulta effettivamente più accentuato. Ma il colpo finale lo regala il payoff della locandina, sulla destra del logo del Ministero. L'acqua è poca e la papera nun galleggia verrebbe da dire, per stare in tema. A voi:

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3.8.10

Ieri ho letto il bellissimo articolo intervista di Imma Vitelli su Wired di questo mese dedicato a Ashin Mettacara per Internet For Peace. Ashin Mettacara è un monaco ventottenne convinto che "quando la realtà chiama, il il Nirvana può attendere" e per questa ragione, durante la crisi politica e la rivolta dei monaci in Birmania e le violenze perpetuate dal regime contro di loro iniziate nel settembre del 2007, quella di Mettacara è stata una delle più forti voci levatesi dall'oppressione birmana per denunciare al mondo quello che là stava avvenendo. Attraverso un blog. Ora vive da ricercato, braccato e costantemente in fuga tra Sri Lanka, India (dove si è recentemente laureato) e la Malesia, dove Imma Vitelli è riuscito a incontrarlo. In Birmania java e html sono linguaggi proibiti per legge e Mettacara ha violato più volte quella legge, diffondendo le immagini delle rivolte e delle violenze via internet. Tramite un blog nei giorni della repressione Mettacara trasmetteva sostanzialmente in diretta immagini, video e notizie dalla Birmania riuscendo a diffondere per primo i nomi e i volti dei rivoltosi, come quello di Ashin Ganbiya, considerato il leader delle proteste del 2007 e attualmente detenuto. Mettacara ha anche raccontato di essere riuscito a mettere online per primo l'identità della spia che aveva venduto i monaci alla giunta militare, Kyet Khawyne Sayar Daw, incastrandolo tramite un file audio in cui era possibile sentire la sua voce mentre svelava ai militari i nomi dei monaci rivoltosi. Attualmente in Birmania youtube è censurato, i blog sono proibiti e la chat di Google Talk è l'unica via di comunicazione web rimasta aperta per i denunciare ciò che avviene nel Myanmar. Nelle sue peregrinazioni Mettacara ha aperto due blog, uno in inglese, un altro in birmano e cura le trasmissioni di Buddha FM con cui diffonde notizie di vario genere, dalla politica allo sport a notizie di costume. Non c'è solo informazione e denuncia. Sono andato a vedere il suo sito in inglese e purtroppo non è aggiornato da diverso tempo: le ultime notizie pubblicate risalgono al dicembre del 2009. Ci sono notizie che riguardano Aung Saun Suu Kyi, violenze in Birmania, ma anche costume e sport. Sulla home page c'è anche Benitez che striglia Fernando Torres. Ma il sito è fermo e il blog con cui Mettacara ha denunciato le violenze della giunta militare è per qualche ragione non disponibile. Mettacara si nasconde in un tempio birmano Dhammikarama che offre rifugio agli esuli del regime militare. Ho collegato i caratteri sballati del sito di Mettacara e le notizie superate, bloccate e lì pubblicate a una cosa che ho letto sul NYtimes qualche giorno fa. Là, ma anche qua e in italiano, si parla di come internet sia un magazzino di informazioni personali, speso imbarazzanti che, in Occidente, possono ripercuotersi contro di noi e vanificare, ad esempio, la nostra assunzione presso un'azienda che ha visto le nostre foto imbarazzanti a qualche festa. I blog di Ashin Mettacara sono invece e valgono come rifugi, testimonianze. E non sono eludibili, restano fissati in un tempo che è stato, ha portato cose di cui hanno dato notizie e lo diranno ancora a lungo. La rete non dimentica, discuteva il NY Times. Sarà sempre il 2008 sul blog di Mettacara e quei monaci saranno sempre uccisi, quei diritti sempre e ancora violati e non potremo dimenticarci che sia successo e come lì, nel web, avvenga ancora e avverrà per sempre. Un giornale può essere buttato, un libro bruciato e uscire di catalogo, non più edito. Il blog di Mettacara, invece, trasmetterà sempre e Google porterà sempre a lui, porterà a quel 2008 infinito. Internet ricorda, e ricorda con rabbia.
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1.8.10

Julian Assange è tornato a parlare ieri in un'intervista concessa alla NBC. Ha dichiarato che Wikileaks avrebbe a disposizioni nuovi leaks da rendere pubblici. Stando a quanto riportato, il nuovo materiale riguarderebbe ancora l'esercito americano e denuncerebbe abusi, anche sessuali. Ma c'è dell'altro. Wikileaks sarebbe inoltre in possesso di alcuni documenti imbarazzanti riguardanti la BP e il disastro nel Golfo Del Messico. La Casa Bianca ha implorato Assange di non diffondere nuovi documeti riservati riguardanti le forze armate, accusando Wikileaks di aver messo a repentaglio la sicurezza delle truppe USA in Afghanistan dopo la pubblicazione dei "War Logs" la scorsa settimana. Assange, sempre alla NBC, ha risposto alle accuse dimostrando come il sistema di informazione del Pentagono in Afghanistan avrebbe molte falle e il materiale passato al Guardian, al NYTimes e a Der Spiegel sarebbe stato comunque a disposizione di qualsiasi membro dell'esercito e di qualsiasi contractor operativo negli scenari di guerra e quindi espostissimo a una possibile fuga di notizie. I sospetti del Pentagono e dell'FBI sull'identità della gola profonda che avrebbe fornito a Wikileaks i 92mila documenti sull'Afghanistan pendono nuovamente su Bradley Manning, analista 22enne del Pentagono già accusato per quanto riguarda la diffusione di "Collaterla Murder" e detenuto in Kuwait. A quanto pare Manning sarebbe già stato richiamato nella base di Quantico in Virginia per essere interrogato.
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