3.8.10

Ieri ho letto il bellissimo articolo intervista di Imma Vitelli su Wired di questo mese dedicato a Ashin Mettacara per Internet For Peace. Ashin Mettacara è un monaco ventottenne convinto che "quando la realtà chiama, il il Nirvana può attendere" e per questa ragione, durante la crisi politica e la rivolta dei monaci in Birmania e le violenze perpetuate dal regime contro di loro iniziate nel settembre del 2007, quella di Mettacara è stata una delle più forti voci levatesi dall'oppressione birmana per denunciare al mondo quello che là stava avvenendo. Attraverso un blog. Ora vive da ricercato, braccato e costantemente in fuga tra Sri Lanka, India (dove si è recentemente laureato) e la Malesia, dove Imma Vitelli è riuscito a incontrarlo. In Birmania java e html sono linguaggi proibiti per legge e Mettacara ha violato più volte quella legge, diffondendo le immagini delle rivolte e delle violenze via internet. Tramite un blog nei giorni della repressione Mettacara trasmetteva sostanzialmente in diretta immagini, video e notizie dalla Birmania riuscendo a diffondere per primo i nomi e i volti dei rivoltosi, come quello di Ashin Ganbiya, considerato il leader delle proteste del 2007 e attualmente detenuto. Mettacara ha anche raccontato di essere riuscito a mettere online per primo l'identità della spia che aveva venduto i monaci alla giunta militare, Kyet Khawyne Sayar Daw, incastrandolo tramite un file audio in cui era possibile sentire la sua voce mentre svelava ai militari i nomi dei monaci rivoltosi. Attualmente in Birmania youtube è censurato, i blog sono proibiti e la chat di Google Talk è l'unica via di comunicazione web rimasta aperta per i denunciare ciò che avviene nel Myanmar. Nelle sue peregrinazioni Mettacara ha aperto due blog, uno in inglese, un altro in birmano e cura le trasmissioni di Buddha FM con cui diffonde notizie di vario genere, dalla politica allo sport a notizie di costume. Non c'è solo informazione e denuncia. Sono andato a vedere il suo sito in inglese e purtroppo non è aggiornato da diverso tempo: le ultime notizie pubblicate risalgono al dicembre del 2009. Ci sono notizie che riguardano Aung Saun Suu Kyi, violenze in Birmania, ma anche costume e sport. Sulla home page c'è anche Benitez che striglia Fernando Torres. Ma il sito è fermo e il blog con cui Mettacara ha denunciato le violenze della giunta militare è per qualche ragione non disponibile. Mettacara si nasconde in un tempio birmano Dhammikarama che offre rifugio agli esuli del regime militare. Ho collegato i caratteri sballati del sito di Mettacara e le notizie superate, bloccate e lì pubblicate a una cosa che ho letto sul NYtimes qualche giorno fa. Là, ma anche qua e in italiano, si parla di come internet sia un magazzino di informazioni personali, speso imbarazzanti che, in Occidente, possono ripercuotersi contro di noi e vanificare, ad esempio, la nostra assunzione presso un'azienda che ha visto le nostre foto imbarazzanti a qualche festa. I blog di Ashin Mettacara sono invece e valgono come rifugi, testimonianze. E non sono eludibili, restano fissati in un tempo che è stato, ha portato cose di cui hanno dato notizie e lo diranno ancora a lungo. La rete non dimentica, discuteva il NY Times. Sarà sempre il 2008 sul blog di Mettacara e quei monaci saranno sempre uccisi, quei diritti sempre e ancora violati e non potremo dimenticarci che sia successo e come lì, nel web, avvenga ancora e avverrà per sempre. Un giornale può essere buttato, un libro bruciato e uscire di catalogo, non più edito. Il blog di Mettacara, invece, trasmetterà sempre e Google porterà sempre a lui, porterà a quel 2008 infinito. Internet ricorda, e ricorda con rabbia.
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