22.6.10

Il Parlamento islandese ha approvato quasi all'unanimità (50 voti favorevoli e un astenuto) l'Icelandic Modern Media Iniziative, una legge proposta da WikiLeaks e dal suo fondatore Julian Assange per fare dell'Islanda "l'equivalente dei paradisi fiscali per il giornalismo investigativo". WikiLeaks si è seduta al tavolo insieme ai promotori della legge per redarre il testo che è stato definitivamente approvato. La nuova legge apre completamente l'isola alla libertà di stampa e di espressione, garantendo inoltre la massima protezione alle fonti, agli informatori e agli autori delle notizie. L'intento della legge è quello di fare dell'Islanda un polo attrattivo per testate, le agenzie di stampa e i nuovi media che vogliono pubblicare in totale libertà senza alcun rischio di incorrere in censure. Registrandosi in Islanda o spostando i propri server sull'isola la pubblicazione di notizie e materiali sarebbe protetta dalla nuova normativa, in totale libertà. L'Islanda è in ricerca di una nuova credibilità economica e democratica dopo la crisi economica del 2008 che l'ha portata alla bancarotta. Diventando un porto franco dell'informazione, il governo mira a rifondare un genuino spirito democratico e a rilanciare l'economia tramite nuovi investimenti esteri sull'isola. A coronamento del progetto è stato inoltre ideato l'Icelandic Prize For Freedom of Expression, un premio che è un omaggio alla liberta d'espressione. Der Spiegel e ABC News stanno già pensando di spostare in Islanda la sede delle loro redazioni che si occupano di giornalismo d'inchiesta. L'Isola ha già garantito di essere in possesso di cavi sottomarini ad alta velocità in grado di sostenere il traffico dati generato da server molto grandi. Secondo alcuni scettici, come il Citizen Media Law Project, però, non sarà possibile tutelare interamente le notizie pubblicate dalle varie leggi internazionali. Ma nel frattempo la sfida islandese alle censure è legge. Si attendono reazioni dall'Italia.
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