25.6.10

"Mai tornare là dove si è stati felici" ha scritto su Repubblica di oggi Gianni Mura, citando. Mai costruire sul passato, su un ricordo. Su una possibilità già concretizzatasi. Decidere di negarsi ogni esuberanza. Puntare sul gruppo, su una tradizione casuale, sulla medietà. Credere serratamente alla propria italianità: zittire il folle, il visionario, affossare l'onesto. Fare quello che si disprezza se fatto da altri, ma farlo credendosi comunque giustificati. Marek Hamsik, capitano ventenne. Fabio Cannavaro, ex calciatore pronto per una Dubai milionaria e per diventare un nome. Una nazionale amata solo per l'esser stata. Non per il poter essere. E l'esser stati che batte sempre il poter essere. Lo status che soffoca la critica, anche quando lo status era costretto a difendere un fallimento precedente. La visione da negare. Il rischio da allontanare. Il pericolo da scongiurare. Il rifugio dei senza talento tranquilli. Sarà per sempre il mondiale di Fabio Quagliarella e del suo rimorso. Della panchina di Christian Maggio e Angelo Palombo, di Bonucci e Bocchetti. Del mezzo secondo tempo di Pazzini. Avranno l'illusione di avere altre occasioni, è stato scritto. Sarà sempre il mondiale del matrimonio di Cassano e della maturità di Balotelli. Il mondiale di Milano che batte Smirne solo perchè Milano, e poi manda tutto in fumo. Perchè si siede. E non sa dov'è Smirne.
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