Michael Bloomberg, sindaco di New York, è intervenuto oggi difendendo l'iniziativa di costruire una moschea nei pressi di Ground Zero. Il discorso è molto bello. Bloomberg ha parlato da Lower Manhattan con la statua della libertà alle sue spalle, in un luogo simbolico per richiamare le origini multiculturali di New York e ribadire come la città sia la più libera al mondo, la più speciale, differente e per questo forte. La realizzazione della moschea sarebbe la vittoria dello spirito di NY. Il sindaco che va in Municipio in metropolitana nonostante sia il 17esimo uomo più ricco al mondo ha ricordato come la città sia stata costruita da immigrati (lui stesso è figlio di polacchi emigrati negli USA) e come chiunque, nato o giunto da poco a NY, sia a tutti gli effetti un newyorkese. Questo spirito di apertura è stato attaccato proprio dall'11/9 ed era, a detta di Bloomberg, l'obiettivo primario degli attentatori. Il progetto di realizzazione del centro islamico ha avuto approvazione da parte del comune e ha avuto Bloomberg stesso tra i suoi più accessi sostenitori:
Certamente è sensato chiedere ai gestori della moschea di mostrare una particolare sensibilità per situazione e, difatti, il loro piano sarà un tentativo di riuscire a oltrepassare le proprie mura per costruire una comunità interreligiosa. Facendo ciò, io spero che la moschea aiuti a unire ancora di più la nostra città e a ripudiare la falsa e ripugnante idea che gli attacchi dell’Undici Settembre corrispondano in qualche modo all’Islam. I mussulmani sono una parte della nostra città e del nostro Paese come le persone che professano qualunque fede, e sono i benvenuti nel farlo a Lower Manhattan. Difatti è lì che hanno pregato per la maggior parte dell’anno, come è loro diritto fare.
Tutto questo è molto americano, e molto newyorkese. E di buon senso, laico, progressista e futuribile. E a dirlo, per quanto eretico e imprevedibile, è un indipendente conservatore. Questo invece avviene a poco meno di un chilometro da dove io sto leggendo lo speech di Bloomberg. Eppure sta qui a due passi, in una via anonima all'ingresso di una città dell'avanzato Nord Italia. Ma sembra un altro mondo.