Roman Nikirov, giornalista russo venticinquenne redattore dell'agenzia Red Media, specializzata nella produzione di content per canali satellitari e via cavo, è stato trovato morto in circostanze oscure lo scorso 16 dicembre a Mosca nei pressi del centro televisivo di Ostankino. Stando a quanto riportato dall'agenzia Rosbalt della capitale russa, al giornalista sarebbero state inferte sette coltellate e i testimoni oculari avrebbero riferito di una rissa tra più persone, che avrebbe coinvolto anche il redattore di Red Media. Vicino al corpo di Nikirov sarebbero state rinvenute anche la borsa del giornalista, due bastoni macchiati di sangue e una bombola di gas. Non sono ancora trapelate indiscrezioni su eventuali piste investigative seguite dagli inquirenti, anche se le indagini si starebbero muovendo in tutte le direzioni, come ha riportato l'agenzia Interfax.
Lo scorso otto dicembre il britannico Telegraph aveva pubblicato un servizio del giornalista russo Georgy Bovt originariamente uscito per la Rossiyskaya Gazeta sui rischi che i giornalisti corrono in Russia nello svolgimento della loro professione. Stando a quanto riportato da Bovt le aggressioni contro professionisti dell'informazione nel paese russo sarebbero state quaranta solo nel 2010, otto delle quali mortali. Lo scorso novembre, ultima aggressione in ordine di tempo, il giornalista Oleg Kashin era stato ridotto in fin di vita con cinquanta sprangate in circostanze non ancora chiarite. Sempre Bovt denuncia come le indagini contro le aggressioni ai giornalisti siano poco approfondite e portino spesso alla cattura degli esecutori materiali delle violenze, ma mai dei mandati.
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